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È il momento delle scelte

La Lugano per cui lavoro è la Lugano in cui vivremo nell’immediato futuro, già nei prossimi mesi. È la città di coloro che si troveranno a convivere e ad accettare il ritorno ad una nuova normalità, pensando ai tutti che portano avanti la vita dei pochi.

 

In questa nuova Lugano ritroveremo coloro, e già sono tanti, che a fine mese non riescono a mettere da parte niente ma vivono per un futuro che affidano a noi politici la responsabilità di creare: prima ancora che per dovere di milizia, nell’interesse della intera collettività cui tutti apparteniamo. Perché, ricordiamolo, la collettività è il punto di partenza e resta la nostra comune destinazione finale: eletti, bocciati e candidati speranzosi di una nuova beatificazione politica.

 

Nel corso degli ultimi dodici mesi, la nostra società ha vissuto problematiche che non meritava di subire, che non ha mai chiesto di avere e che non dimenticherà.

 

Facciamo un esame di coscienza. Guardiamoci intorno: pensiamo a chi non ce l’ha fatta, a quelli che faticano ad andare avanti ed al loro destino. Ma anche a coloro che, per un motivo o per l’altro, sono rimasti e rimangono al di sopra della cronaca e delle sue inquietudini: domandiamoci il perché di questa situazione, e per quanto ancora, e se sia giusto che questo debba continuare.

 

Domandiamoci a quale parte della attuale società noi apparteniamo, interroghiamoci sul destino che ci attende quando dovremo partecipare ad una ripresa che inevitabilmente verrà a creare vincitori e vinti.

Domandiamocelo, da che parte saremo.

 

Interroghiamoci se questo sia giusto, di chi sia stata la colpa, degli errori commessi, delle soluzioni mancate, degli interessi difesi per parte presa, di quanto, nei momenti di difficoltà, le aspirazioni politiche di alcuni abbiano ignorato le nostre difficoltà.

 

Impariamo dagli errori e ricordiamolo, insegniamolo con il nostro voto. Ora dobbiamo rinnovare la nostra fiducia a ciò in cui crediamo. Ciascuno richiami le sue esperienze, faccia i suoi nomi e si renda conto di quanto, adesso, sia importante trovare una soluzione. Questo è il momento delle scelte: è ora di essere presenti.

 

Perché le soluzioni, come i problemi passati, presenti e futuri, mai come in questo momento ci fanno scoprire di essere tutti sulla stessa barca, di condividere un comune destino. Lo comprenderemo tra poco, nei prossimi mesi, quando saremo confrontati con i costi sociali creati dalle emergenze degli ultimi mesi. A quel momento sarà inutile ignorare la realtà, trincerarsi dietro i diritti acquisiti.

 

Diciamolo chiaro: la prossima stagione politica, anche nella nostra città, sarà quella dei doveri acquisiti. Questa la prospettiva: ai nostri elettori ora chiede di agire, di partecipare, di farsi sentire senza reticenze, senza esitazioni.

 

Questa è la Lugano in cui vivremo e questa è la politica che in Consiglio comunale sono pronto a continuare e per cui ora chiedo il vostro voto.

 

Perché questa è la Lugano alla quale appartengo, anche io come voi.

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Macello e buonismo pre-elettorale

Quando si esamina la problematica del Macello dobbiamo fare un esame di coscienza. Ed è allora che i fatti di cronaca ci portano a riflettere sul risultato delle nostre azioni, sulle nostre frequentazioni e militanze ma soprattutto sulle evoluzioni in arrivo e che ora abbiamo timore di affrontare: evoluzioni sociali, professionali, politiche oppure, e siamo onesti con noi stessi proprio in questo periodo: elettorali.

 

Ma non devono essere queste le priorità che ci guidano quando ora affrontiamo la questione del macello e dei molinari suoi residenti. Perché quando facciamo la somma di compiacenze, inerzie, silenzi, e li confrontiamo con le notizie di cronaca, allora siamo costretti a riconoscere che i conti non tornano più.

 

L’accondiscendenza di questi ultimi vent’anni ormai ha creato un luogo ed una generazione di cittadini fuori controllo. Purtroppo ora ci dobbiamo arrendere all’evidenza: non è più una soluzione il rinfacciarsi colpe e responsabilità, o sbandierare del facile buonismo pre-elettorale che, fateci caso, una volta raggiunti i voti necessari viene archiviato dagli stessi proponenti come semplice buona intenzione.

 

Basta!

 

Oggi il nostro metro di giudizio devono essere soluzioni che andranno a beneficio della collettività, di molti e non di pochi.

 

Vogliamo immaginare di dare spazio ad un futuro anche alternativo? Facciamolo!

 

Ma, finalmente, prima di tutto diamo spazio alla nostra Città. Restituiamo ai nostri cittadini un luogo che a loro spetta.

 

Ora è giusto che torni alla collettività, da sempre la sua unica e legittima proprietaria.

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Il futuro di Lugano è anche il PSE

Rendiamocene conto: è ormai dal 2012, con la inaugurazione della Galleria Vedeggio-Cassarate che il futuro è entrato nella porta est della nostra città ben prima di trasformarsi nel fatto compiuto del Polo Sportivo e degli Eventi. 

 

Sarebbe ingiusto, oltre che incoerente, riconoscere di avere allora promesso qualcosa che non avremmo voluto perché poi oggi non siamo concordi nel realizzarlo. 

 

Ricordiamoci che le nostre decisioni si rivolgono ai cittadini prima che agli elettori. 

 

E cittadini lo siamo tutti, insieme, uguali: nel vivere il futuro che abbiamo promesso come anche la fiducia che abbiamo chiesto ed ora non possiamo tradire.

 

L’arena sportiva ed il palazzetto dello sport rendono Lugano finalmente competitiva per accogliere eventi di portata internazionale.

Ma è solo l’inizio, lo sappiamo tutti, lo sanno anche i contrari: dobbiamo evitare che questa nuova Lugano si trasformi in un quartiere fantasma dedicato allo sport solo a parole, ma che poi invece sopravviva delle sue ombre.

Spazi abitativi, amministrativi, residenziali, servizi per la popolazione, parchi pubblici aperti a tutti: questa è la vita di una città e questo si attendono i residenti nel nuovo quartiere, e non solo loro. 

Come alternativa, si vorrebbe un centro città abitato, ma senza traffico; dinamico ma silenzioso; attrattivo ma limitato nella vita residenziale. 

Questo io non lo voglio. 

Il PSE deve essere una città a tempo pieno, e non una periferia ancora una volta da ricordare per le occasioni mancate.

Gianmaria Bianchetti
Lista 12
Candidato 7

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La morte del Nano

Nano a Sonogno 1° agosto 2009
Nano a Sonogno 1° agosto 2009

La morte del Nano ci ha colti tutti di sorpresa. La mattina del 7 marzo mi trovavo al Ministero Pubblico della Confederazione presso la Sede distaccata di Sorengo quando sul mio iPhone giungeva un SMS da Valentino Gilardi dal seguente tenore: "Hai letto Ticinonline?" Ignaro di quanto stesse accadendo e pensando all'ennesimo attacco al nostro Movimento, gli rispondevo di no e gli chiedevo cosa avessero pubblicato. La sua risposta, di poche parole, mi raggelava il sangue: "E' morto il Nano!!!" Un vero shock! Una risposta che non avrei mai voluto sentire. Eppure era vero... Purtroppo era vero! Man mano che passavano le ore, tutti i portali Internet e i principali organi di informazione confermavano la tristissima notizia: Giuliano se ne era andato, colpito da un malore che lo ha stroncato nella sua abitazione attorno alle 04:30. Un duro colpo per tutti noi e per il nostro Movimento. Una sensazione di totale smarrimento, che ben presto ha raggiunto tutto il mondo della Lega ed i suoi simpatizzanti, persone che di lì a poco si sono recate in Via Monte Boglia per riunirsi in un clima surreale, chiedendosi perché ciò fosse successo. La fotografia che ritrae il caro Nano in mezzo a due Signore l'ho scattata nel 2009 a Sonogno durante i festeggiamenti della Lega per il 1°agosto, foto che probabilmente nemmeno gli ho mai inviato e che conservavo gelosamente nel mio telefonino. Voglio ricordarti così, caro Nano, felice ed attorniato da persone che ti hanno voluto bene, mentre accendi il tuo sigaro come avrebbe fatto un vero rivoluzionario appagato per le numerose vittorie! Perché tu sei stato un vero e proprio cataclisma per il mondo politico ticinese che ha cambiato totalmente il modo di far politica a dispetto di quell'immobilismo dei partiti storici, che negli ultimi decenni ha unicamente riempito le tasche di pochi, aiutato gli amici degli amici a scapito del popolo ticinese! Una politica clientelare che ha fatto solo disastri. La tua scomparsa non capita per caso: questo é il momento migliore per ricordarti e venerarti e per fare ciò dovremo recarci con convinzione ai seggi per riconfermare TUTTO il nostro amore ed appoggio incondizionato verso il nostro Movimento che ha fatto e ha dato molto al Ticino ed ai Ticinesi, contrariamente a quanto fatto (o meglio NON fatto) da quei rottamati della politica liberale e conservatrice cantonticinese.

 

W IL NANO, W LA LEGA SIEMPRE!!!

 

NOI NON MOLLEREMO MAI, CARO NANO!!!!

 

GM

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È il momento delle scelte

La Lugano per cui lavoro è la Lugano in cui vivremo nell’immediato futuro, già nei prossimi mesi. È la città di coloro che si troveranno a convivere e ad accettare il ritorno ad una nuova normalità, pensando ai tutti che portano avanti la vita dei pochi.

 

In questa nuova Lugano ritroveremo coloro, e già sono tanti, che a fine mese non riescono a mettere da parte niente ma vivono per un futuro che affidano a noi politici la responsabilità di creare: prima ancora che per dovere di milizia, nell’interesse della intera collettività cui tutti apparteniamo. Perché, ricordiamolo, la collettività è il punto di partenza e resta la nostra comune destinazione finale: eletti, bocciati e candidati speranzosi di una nuova beatificazione politica.

 

Nel corso degli ultimi dodici mesi, la nostra società ha vissuto problematiche che non meritava di subire, che non ha mai chiesto di avere e che non dimenticherà.

 

Facciamo un esame di coscienza. Guardiamoci intorno: pensiamo a chi non ce l’ha fatta, a quelli che faticano ad andare avanti ed al loro destino. Ma anche a coloro che, per un motivo o per l’altro, sono rimasti e rimangono al di sopra della cronaca e delle sue inquietudini: domandiamoci il perché di questa situazione, e per quanto ancora, e se sia giusto che questo debba continuare.

 

Domandiamoci a quale parte della attuale società noi apparteniamo, interroghiamoci sul destino che ci attende quando dovremo partecipare ad una ripresa che inevitabilmente verrà a creare vincitori e vinti.

Domandiamocelo, da che parte saremo.

 

Interroghiamoci se questo sia giusto, di chi sia stata la colpa, degli errori commessi, delle soluzioni mancate, degli interessi difesi per parte presa, di quanto, nei momenti di difficoltà, le aspirazioni politiche di alcuni abbiano ignorato le nostre difficoltà.

 

Impariamo dagli errori e ricordiamolo, insegniamolo con il nostro voto. Ora dobbiamo rinnovare la nostra fiducia a ciò in cui crediamo. Ciascuno richiami le sue esperienze, faccia i suoi nomi e si renda conto di quanto, adesso, sia importante trovare una soluzione. Questo è il momento delle scelte: è ora di essere presenti.

 

Perché le soluzioni, come i problemi passati, presenti e futuri, mai come in questo momento ci fanno scoprire di essere tutti sulla stessa barca, di condividere un comune destino. Lo comprenderemo tra poco, nei prossimi mesi, quando saremo confrontati con i costi sociali creati dalle emergenze degli ultimi mesi. A quel momento sarà inutile ignorare la realtà, trincerarsi dietro i diritti acquisiti.

 

Diciamolo chiaro: la prossima stagione politica, anche nella nostra città, sarà quella dei doveri acquisiti. Questa la prospettiva: ai nostri elettori ora chiede di agire, di partecipare, di farsi sentire senza reticenze, senza esitazioni.

 

Questa è la Lugano in cui vivremo e questa è la politica che in Consiglio comunale sono pronto a continuare e per cui ora chiedo il vostro voto.

 

Perché questa è la Lugano alla quale appartengo, anche io come voi.

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Macello e buonismo pre-elettorale

Quando si esamina la problematica del Macello dobbiamo fare un esame di coscienza. Ed è allora che i fatti di cronaca ci portano a riflettere sul risultato delle nostre azioni, sulle nostre frequentazioni e militanze ma soprattutto sulle evoluzioni in arrivo e che ora abbiamo timore di affrontare: evoluzioni sociali, professionali, politiche oppure, e siamo onesti con noi stessi proprio in questo periodo: elettorali.

 

Ma non devono essere queste le priorità che ci guidano quando ora affrontiamo la questione del macello e dei molinari suoi residenti. Perché quando facciamo la somma di compiacenze, inerzie, silenzi, e li confrontiamo con le notizie di cronaca, allora siamo costretti a riconoscere che i conti non tornano più.

 

L’accondiscendenza di questi ultimi vent’anni ormai ha creato un luogo ed una generazione di cittadini fuori controllo. Purtroppo ora ci dobbiamo arrendere all’evidenza: non è più una soluzione il rinfacciarsi colpe e responsabilità, o sbandierare del facile buonismo pre-elettorale che, fateci caso, una volta raggiunti i voti necessari viene archiviato dagli stessi proponenti come semplice buona intenzione.

 

Basta!

 

Oggi il nostro metro di giudizio devono essere soluzioni che andranno a beneficio della collettività, di molti e non di pochi.

 

Vogliamo immaginare di dare spazio ad un futuro anche alternativo? Facciamolo!

 

Ma, finalmente, prima di tutto diamo spazio alla nostra Città. Restituiamo ai nostri cittadini un luogo che a loro spetta.

 

Ora è giusto che torni alla collettività, da sempre la sua unica e legittima proprietaria.

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